“In uno studio con cani e proprietari, i proprietari sono stati invitati a lasciare la stanza dopo aver ordinato ai loro cani di non mangiare un bocconcino gustoso. Mentre il proprietario era assente, la ricercatrice ha dato ad alcuni dei cani il bocconcino proibito, prima di far rientrare i proprietari nella stanza. In alcuni casi è stato detto loro che il cane aveva mangiato il bocconcino proibito; in altri casi, è stato detto che il cane si era comportato correttamente e non aveva mangiato il bocconcino. Ciò che è stato detto ai proprietari, tuttavia, spesso non era la verità.
Si è visto che il comportamento contenente lo “sguardo colpevole” non aveva correlazione con l’aver effettivamente mangiato il bocconcino proibito. I cani sembravano più “colpevoli” se venivano ammoniti dai loro proprietari per avere mangiato il bocconcino. Infatti, i cani che erano stati obbedienti e non avevano mangiato il bocconcino, ma erano stati rimproverati dai loro (male informati) proprietari, sembravano più “colpevoli” di quelli che avevano davvero mangiato il bocconcino. Quindi lo sguardo colpevole del cane è una risposta al comportamento del proprietario, e non necessariamente indicativa di alcuna comprensione delle proprie malefatte.”
Fonte: Horowitz et al. Disambiguating the ‘guilty look’: Salient prompts to a familiar dog behaviour. Behavioural Processes, 2009; 81 (3)